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- Articolo: 86010-X6
LINEA TRULLI
Primitivo di Manduria Dop
Vino simbolo del legame indissolubile tra ambiente, vitigno e lavoro dell’uomo. Le viti sono tutte di vecchia data e crescono in terreni ricchi di ferro, condizioni eccezionali per un vino raffinato, ben strutturato, dal colore, profumo e sapori intensi.
Uve (Varietà): 100% Primitivo. Collocazione geografica: Salento
Caratteristiche del terreno: Terra rossa ricca di ossidi di ferro su strati di arenaria. Età delle viti: 40 anni.
Affinamento: 9 mesi in barrique e botti + 3 mesi in bottiglia
Tenore alcool: 15% vol.
ESAME ORGANOLETTICO
Esame visivo: Rosso rubino, intenso, tendente carico
Esame olfattivo: Etereo, fruttato (confetture di frutti di bosco), speziato
Esame gustativo: Strutturato, equilibrato e giustamente tannico.
ACCOMPAGNAMENTI
A tutto pasto (per menu di terra), carni rosse insaporite con spezie, primi piatti complessi e strutturati.
Piatto tipico ideale: Orecchiette fatte in casa con sugo di polpette e involtini di carne ("brascioli") conditi con cacioricotta fresca o "ricotta forte"
Regione: | Puglia |
Certificazione: | DOP |
Contiene solfiti: | Sì |
Uva: | Primitivo |
Produttore: | Jorche Antica Masseria |
Zona: | Salento |
Quantità: | 0,75 ltr |
Jorche
La famiglia Gianfreda, già agli inizi del Novecento, possedeva il più grande palmento di Torricella, una struttura di circa 400 metri quadrati. Il palmento, “palamientu” in Puglia, era la prima e più antica forma di cantina organizzata. Qui, nel complesso sistema di grandi vasche disposte su più livelli e collegate tra loro, tutto avveniva manualmente, dalla pigiatura dell’uva, che si faceva con i piedi, alla fermentazione del mosto fino alla spillatura.
Giovanni, il padre di Costantino, trasmette al nipote Cosimo i metodi tradizionali e i segreti della vinificazione nel suo palmento ma quando, alla fine degli anni Cinquanta, i sistemi di produzione diventano meccanizzati, tutto cambia per i contadini ai quali non conviene più produrre il vino nei propri palmenti, che vengono abbandonati. Cosimo decide così di continuare in proprio l’attività iniziata dal nonno e di costruire per sé una nuova cantina meccanizzata, affiancato dalla moglie Emanuela che porta in dote alcuni “capasuni” provenienti dal palmento della sua famiglia.
Ancora oggi uno di questi “capasuni” con le iniziali del padre di Emanuela “G.M.” è un piccolo tesoro che testimonia gli intrecci della lunga storia vinicola della famiglia; qui avviene ancora l’ultimo affinamento di una parte dei vini Jorche in simbolica e concreta continuazione con il passato.